La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
spumanti torrenti, e gli echi delle sinuose opache convalli e gli aerei picchi dove l'àquila stride e i precipizi vertiginosi e le audaci rupi
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
l'aggrondatura dei tetti, credèvano fatte per loro. Intorno intorno, un giardino, allegra tavolozza di fiori, dove ogni cespuglio parèa una pispigliante
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
èrano fatte parole. Dove c'è donna c'è lite. Eran le donne in nùmero minore assài degli uòmini; tuttavìa il progetto di porle in comune fu da esse
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
. Il visuccio di lei s'era volto all'infinito seno dei cieli, dove l'illuminazione parèa, quella notte, completa. E Forestina chiedèa: - Babbo, e lassù
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
vista, l'ànimo mi si velava di una dolcezza amarìssima, gli occhi mi diventàvan lucenti, màdido il viso, e allora amavo i luoghi a tè cari, dove
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
prudenza avrebbe saputo far meglio di quanto, ora, facèa la vigliaccherìa. Tutto al bene fluisce: dove non può la virtù, giova il vizio. E, allora, ebbe
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la lingua, dove il sole medèsimo parèa splendesse in modo strano; sentìvansi da quelle leggi improtetti, che, pur ingiuriando, usavano sempre
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
, come, della nudità sua, il colpèvole Adamo, e chiese rifugio ad una siepe vicina. Di dove, battèndogli forte il cuore, vide passare lei e allontanarsi e